Erasmus ad Alicante: l’esperienza che mi ha cambiato la vita
L’Erasmus ad Alicante rivoluzionò tutta la mia vita, ma in quel momento io ancora non lo sapevo.
Il 28 agosto dell’anno 2013 avevo appena compiuto 21 anni e per la prima volta in vita mia presi un aereo da sola, per arrivare in un paese a me totalmente sconosciuto di cui non conoscevo la lingua.
Le prime settimane di Erasmus furono un vero e proprio trauma: mi mancava Milano, mi mancavano i miei amici ed ero costretta a seguire le lezioni di giornalismo in una lingua che non avevo mai studiato in vita mia. Che disastro!
Ma molto presto, dopo poco più di 2 settimane, tutto si era convertito in perfettamente normale per me.
Il cervello umano non può contenere ogni singolo ricordo di momenti vissuti durante tutta la vita, ma io so per certo che non dimenticherò mai tutto quello che ho vissuto in Erasmus ad Alicante.
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La mia città del sole
Se dovessi descrivere la mia città del sole in poche parole farei riferimento al fantastico Castello di Santa Barbara da cui si vede la città a 365 gradi, il barrio, la playa del Postiguet, il porto, la rambla, il Corte Inglés, il Piso Loco, il Piso dei Porci, i botellón durante i quali almeno due volte su quattro puntualmente arrivava la polizia perché chiamati dai vicini.
I giorni passavano, di festa in festa, e la gente che conoscevo non erano più solo italiani. Improvvisamente mi resi conto che ormai capivo e parlavo perfettamente lo spagnolo e la mia lista di amici era diventata internazionale. Alcuni restarono conoscenti, altri amici con cui far festa, altri ancora diventarono famiglia.
Tutt’oggi quando ci rivediamo è come se il tempo non fosse mai passato, con loro ritorno ad essere la chica loca che ero 5 anni fa.
L’amicizia ai tempi dell’Erasmus ad Alicante
Il luogo di ritrovo con gli amici era sempre il Mercado Central, mentre invece la sera ci ritrovavamo tutti al muretto dell’Austins.
A volte uscivo da sola senza aver sentito nessuno, sapevo che avrei trovato tutti lì, e la cosa mi rassicurava, forse era la parte più bella dell’Erasmus ad Alicante.
Ogni volta che ritorno ad Alicante e rivedo quel muretto, immagino di rivedere i miei cari compagni di avventura seduti lì mentre bevono una birra e sorridono alla vita spensierati. Me lo sto solo immaginando ed ho già le lacrime agli occhi. La spensieratezza di quei giorni è un ricordo nitido nella mia mente, e fa male, perché so che non tornerà più. Ma va bene così, infondo l’Erasmus non sarebbe così speciale se durasse più di un anno.
La vita ai tempi dell’Erasmus ad Alicante
È inutile girarci attorno, un vero Erasmus è sempre a corto di soldi. La mia salvezza era Mc Donalds, Burger King e l’amatissimo Tapa y Caña che il mercoledì e la domenica aveva l’offerta birra e tapa a un euro e venti.
Fare l’Erasmus ad Alicante è stato bello perché lì vivere era semplice, era una routine che non annoiava. Era come se davvero la città appartenesse solo agli Erasmus, eravamo ovunque.
La parte migliore della mia routine quotidiana era guardare l’alba dalla playa del Postiguet dopo essere andati tutti insieme ancora sbronzi sul Wibit, i gonfiabili in mare che avevano installato in estate. Si tornava a casa sempre e solo quando ormai la luna era andata via ed il sole cominciava a fare capolino da dietro alle nuvole, non a caso in borsa avevo sempre gli occhiali da sole, consapevole del fatto che non sarei tornata a casa prima delle 6 del mattino.
La parte peggiore invece era la puzza di vomito onnipresente per strada e soprattutto nelle discoteche, tutt’oggi mi chiedo perché accadesse ciò.
La sera durante il botellón si andava giù di sangria Don Simón, di birra San Miguel o Amstel. Per non parlare dell’orribile sapore della vodka Knebep, la bevevamo solo perché costava 4,30 euro. Se dovessi berla oggi giorno credo che rimarrei a letto in hangover per circa una settimana.
La spesa la si faceva sempre e solo al Mercadona, che non sarebbe stato lo stesso senza il suo jingle “mercadooona,mer-ca-do-naaa”.
Il beerpong
Le feste a cui andare erano prestabilite ed erano le stesse ogni settimana. Può sembrare una cosa ripetitiva e noiosa ma per noi non lo era affatto. La settimana di festa partiva dal martedì, il lunedì di solito la gente riposava, tutti tranne me e altri pochi eroi.
Il martedì era obbligatorio andare al beerpong. In inverno si organizzava all’Havana Castaños ed in estate al Mulligans, quei posti ci appartenevano.
Vincere al beerpong era lo scopo degli Erasmus di Alicante, un sogno molto difficile da realizzare perché c’era gente accanita ed esperta che sopravviveva con i soldi che si vincevano. Per loro sfortuna c’eravamo noi “gli italiani” o meglio c’erano Leonardo, Nico, Andrea e Paolo che riuscirono a vincere al beerpong più di una volta.
Le feste ai tempi del mio Erasmus ad Alicante
Il mercoledì era Carpediem dove non c’era mai nessuno ma noi ci andavamo lo stesso, tanto c’era Ayuob che ci offriva da bere.
Invece il giovedì si andava a ballare alla 5Avenida ed il venerdì al club Concerto il quale, nonostante tutti lo odiassero, era sempre pieno di gente.
Ed ecco che il sabato si tornava di nuovo 5Avenida, ma prima di entrare in discoteca era d’obbligo fermarsi al barrio a bere il cubalitro. Il cubalitro era l’invenzione più folle di Alicante: potevamo bere un litro di qualsiasi cocktail al modico prezzo di tre euro. Inoltre non posso non menzionare i fantastici chupitos de La Sede. Un chupito costava 2 euro ed il terzo era gratis, non sono mai uscita sobria da quel bar.
Grazie al nostro status da studenti Erasmus entravamo gratis ovunque esibendo la tessera ESN quasi come se fosse un distintivo.
In effetti lo eravamo, noi eravamo distinti da tutti gli altri. Eravamo gli Erasmus di Alicante e niente al mondo poteva farci più felici in quel momento.
L’Erasmus ti cambia la vita per sempre
Sono passati 6 lunghi anni dalla prima volta in cui misi piede ad Alicante. Sei anni in cui tante cose sono cambiate. Direi che io stessa sono cambiata, ma forse neanche più di tanto.
L’Erasmus mi ha cambiato la vita sotto tanti aspetti. Ora sono una persona libera da pregiudizi, indipendente, aperta a conoscere qualsiasi cultura e senza paura di affrontare da sola nuove avventure per il mondo.
Se oggi posso lavorare scrivendo articoli in spagnolo quasi come se stessi scrivendo in italiano è grazie a te Alicante. Chissà cosa sarebbe successo se avessi scelto di restare a vivere a Milano e non partire per l’Erasmus. Le cose non succedono mai per caso, siamo noi a creare il nostro proprio destino, e so con certezza che non avrei potuto fare una scelta migliore.
L’Erasmus non è stato un anno di vita, ma bensì la vita in un anno.
Grazie di tutto Alicante, non ti dimenticherò mai.