
Le prime donne viaggiatrici in solitaria che hanno fatto la storia
Le prime donne viaggiatrici in solitaria arrivarono molto prima di noi esploratrici odierne, ed è proprio grazie a loro che l’emancipazione femminile ebbe inizio. Nel 2020 c’è ancora chi afferma che una donna non dovrebbe viaggiare da sola perché è pericoloso, perché una donzella ha sempre bisogno della protezione di un uomo.
Infatti, quando si parla di esploratori, si pensa quasi sempre agli uomini. Ma nel corso della storia ci sono state molte donne che hanno fatto lunghi, rischiosi e avventurosi viaggi, di cui (ovviamente) non si parla abbastanza.
Alcune iniziarono a viaggiare per viaggi letterari, altre per curiosità, altre ancora per divertimento.Viaggiavano da sole, senza la protezione di nessuno, in tempi in cui non era comune per una donna viaggiare per il mondo. Viaggiavano a dorso di muli, in aereo, in barca, a piedi, in pellegrinaggio. Quasi tutte scrissero libri o racconti grazie ai quali oggi siamo a conoscenza delle loro avventure.
Ecco alcune delle prime grandi donne viaggiatrici che, con il loro esempio, ci ispirano a viaggiare indipendentemente dall’età, dal tempo, e soprattutto dal sesso.
In questo articolo
Isabelle Eberhard: la giovane esploratrice svizzera

Isabelle Eberhardt, 1877 – 1904
Fin da bambina, Isabelle Eberhardt si vestiva da uomo perché, per la sua epoca, veniva considerata “troppo” libera per essere una donna. Nel 1888, il fratellastro si unisce alla legione straniera francese e si reca in Algeria: ciò suscita l’interesse di Isabelle per l’Oriente e, all’età di undici anni, cominciò ad imparare l’arabo. A vent’anni si recò per la prima volta in Nord Africa con la madre: entrambe si erano convertite all’Islam e volevano iniziare una nuova vita lì. Qualche anno dopo, quando i suoi genitori e un altro dei suoi fratelli morirono, Isabelle sentì di non avere più nulla che la obbligasse a stare ferma in un luogo e dedicò il resto della sua vita a viaggiare per il Nord Africa.
Si vestiva da uomo e si faceva chiamare Mahmoud Essadi: questo le permetteva di muoversi nella società araba con molta più libertà. Ha vissuto nel nord dell’Algeria e ha trascorso la maggior parte del suo tempo esplorando il deserto e combattendo contro le ingiustizie della colonizzazione. Scrisse diversi libri sui suoi viaggi e pubblicò le sue storie sui giornali francesi.
All’età di 27 anni, Isabelle morì in un’alluvione. In uno dei suoi scritti diceva: “Sarò una nomade per sempre, innamorata di luoghi lontani ed inesplorati.”
Ann Davison: il coraggio di chi riesce a rialzarsi dopo una grande perdita

Ann Davison, 1914 – 1992
Fu la prima donna ad attraversare l’Oceano Atlantico, navigando da sola a 39 anni a bordo della Felicity Ann.
Questa giovane pilota inglese decise di comprare una barca per navigare in tutto il mondo insieme a suo marito. Purtroppo, però, dopo un naufragio causato da una forte tempesta, suo marito morì, lasciando Ann da sola con la loro barca.
Ann, nonostante la grande perdita, decise di superare la tragedia continuando con i suoi progetti, come omaggio al suo defunto marito. Così acquistò una nuova barca e passò due anni ad imparare a navigare, per imbarcarsi finalmente nell’avventura di attraversare l’Atlantico da sola. Lasciò Plymouth nel maggio 1952, facendo scalo in Portogallo e nelle Isole Canarie, e salpò il 20 novembre per realizzare il suo sogno di attraversare l’immensità dell’Oceano Atlantico.
Sebbene i suoi piani fossero di raggiungere Antigua, alcune tempeste la spinsero verso sud, raggiungendo così il paese caraibico della Dominica nel gennaio 1953. Lungi dal fermarsi, proseguì attraverso i Caraibi fino alla Florida e concluse la sua avventura a New York nel novembre 1953, rimanendo a vivere negli Stati Uniti.
Le prime donne viaggiatrici: la storia di Amelia Earhart

Amelia Earhart, 1897 – 1937
Amelia Earhart aveva un hobby fin da quando era piccola: raccoglieva articoli di giornale con storie di donne che eccellevano in attività tradizionalmente svolte da uomini.
Durante la Prima Guerra Mondiale, mentre lavorava come infermiera volontaria, colse l’occasione per visitare un campo della Royal Air Force. Fu proprio lì che iniziò il suo interesse per l’aviazione. Nel 1923 divenne la sedicesima donna a ricevere la licenza di pilota internazionale, e nel 1928 fu la prima donna ad attraversare l’Atlantico in volo.
Qualche anno dopo la sua avventura, nel 1937 inizia un altro viaggio per il mondo. Ma stavolta sarà accompagnata dall’esperto viaggiatore Fred Noonan.
Amelia e Fred lasciarono Miami il 1° giugno, volando attraverso Puerto Rico e Venezuela. Attraversarono l’Atlantico passando per l’Africa e il Mar Rosso, raggiungendo il Pakistan, l’India, la Birmania, la Thailandia, Singapore, l’Indonesia e la Papua Nuova Guinea.
Il 2 luglio le loro tracce si persero in mare mentre stavano tornando verso gli Stati Uniti. Da allora non si ebbero più loro notizie. Le diverse teorie dicono che l’aereo possa essersi schiantato in mare o che vissero i loro ultimi giorni di vita da naufraghi su qualche isola deserta. Amelia aveva 39 anni e la sua scomparsa rimane uno dei più grandi misteri della storia dell’aviazione.
Nellie Bly: una giovane giornalista tra le prime donne viaggiatrici della storia

Nellie Bly, 1864 – 1922
Nel 1888, all’età di 24 anni, la giornalista Nellie Bly propose al suo direttore di mandarla in giro per il mondo. Il suo obiettivo era quello di replicare il viaggio di Phileas Fogg, il protagonista del Giro del mondo in ottanta giorni di Jules Verne. L’obiettivo era riuscire a concludere il viaggio in meno tempo di lui.
Nellie racconta nel suo libro quello che il capo redattore della sua rivista le disse quando gli fece la proposta: “È impossibile per te farlo. Prima di tutto sei una donna e avresti bisogno di una guardia del corpo, e anche se ci andassi da sola dovresti portare così tanta attrezzature che ti sarebbe impossibile fare movimenti rapidi. Tra l’altro parli solo inglese, quindi questa discussione finisce qui, solo un uomo potrebbe farlo.” Presa dalla rabbia Nellie accettò la sfida e gli rispose: “Molto bene. Manda pure il tuo uomo, io scriverò per un altro giornale, partirò il suo stesso giorno e lo batterò“.
Era il 14 novembre 1889 quando Nellie salì sulla barca con la quale percorse 40.000 chilometri intorno alla Terra. Il suo bagaglio era minimalista: indossava sempre lo stesso abito, aveva un solo cappotto, alcuni cambi di biancheria intima e una cassetta di pronto soccorso. Il suo budget era di duecento sterline che portava in una piccola borsa legata al collo. Durante il viaggio attraversò l’Inghilterra, incontrò Jules Verne in Francia, attraversò il Canale di Suez, comprò una scimmia a Singapore ed attraversò Hong Kong, la Cina e il Giappone. Per la maggior parte del tempo viaggiò da sola e batté il record mondiale di circumnavigazione: Nelly riuscì a tornare a New York settantadue giorni dopo la partenza. Con sorpresa di tutti, era riuscita a vincere la sfida nonostante fosse una donna.
Viaggiare da sola è una scelta difficile ma che ti cambierà la vita (in meglio)
Queste prime donne viaggiatrici in solitaria aprirono la strada verso l’emancipazione femminile. Ai loro tempi non esistevano cellulari, computer e nessun mezzo per comunicare con il resto del mondo durante il viaggio. Per cui se hai paura di affrontare il tuo primo viaggio da sola, pensa a loro e al loro incredibile coraggio ed ambizione.
Una donna che viaggia da sola acquisisce una personalità forte difficile da smontare. Diventa più indipendente, sicura di sé e difficilmente non ripeterà l’esperienza di girovagare da sola per il mondo. Anzi, dopo aver viaggiato da sola per la prima volta, le sarà difficile riuscire a viaggiare con altre persone.
Ragazze, partite alla conquista di mondo e ricordate sempre che niente e nessuno è più importante di voi e della vostra libertà.
“Per chi conosce il valore e il gusto squisito della libertà solitaria (perché si è liberi solo quando si è soli), l’atto di partire è il più coraggioso e il più bello di tutti” – Isabelle Eberhardt
The Comments
Rosa
Storie fantastiche e tanto coraggio! Per quanto io sia coraggiosa in alcuni posti da sola non sarei capace, ma ammiro tantissimo queste temerarie! Bellissimo post!
Lucia
RosaCiao Rosa! Eh si, sono proprio un gran bell’esempio di vita 🙂
rossella kohler
Bellissime e coraggiose figure di donna,! Le conoscevo perché sono una geografa e viaggiatrice, anche se ho fatto solo pochi viaggi da sola perché non riesco mai a convincere mio marito a non venire con me, ahah! Ma quando l’ho fatto è stato, come dici tu, importante e meraviglioso, un bellissimo modo per conoscere il mondo. Non penso che aumentino i preicoli: anzi, una donna da sola viene spesso aiutata dalla popolazione locale. Nel mio blog parlo di una ‘nonna viaggiatrice’ che ho incontrato in Iran, se ti va cercalo. Un abbraccio.
Lucia
rossella kohlerCiao Rossella, ma che bel lavoro il tuo! 🙂
Sono d’accordo con te su tutto, anch’io credo che una donna possa perfettamente viaggiare da sola e che non esistano pericoli “extra”.
Corro subito nel tuo blog a leggere l’articolo sulla nonna viaggiatrice! Spero di diventare anch’io, un giorno, una nonnina backpacker, ahah!
Guide-Jobs_2022
La loro curiosita e il desiderio di conoscere il mondo fu piu forte della paura e delle convenzioni sociali degli anni in cui hanno vissuto, anni duri in cui le donne incontravano difficolta, ostacoli e pregiudizi in molti ambiti della vita quotidiana, perfino il viaggio, ora alla portata di tutti, fino a inizi del 900 fu solo una prerogativa degli uomini, tanto che una donna che viaggiava sola andava contro i costumi e il codice morale dell epoca.